Il Bilancio Partecipativo
Nei processi partecipativi, ci sono momenti in cui la partecipazione può essere aperta a chiunque voglia contribuire con competenze e spunti e, soprattutto, deve essere facile e attraente per coinvolgere la maggior parte delle persone. Per partecipare online l’iscrizione può risultare un ostacolo e pertanto deve essere la più semplice possibile, ma è altresì imprescindibile per legare i contenuti e le azioni effettuate nel processo partecipativo al legittimo titolare e costituire gradualmente una comunità in grado di riconoscersi e dialogare anche online. Iscriversi vuol dire anche seguire il processo ed poter organizzare la propria partecipazione in modo efficace.
soprattutto nei processi in cui è prevista una votazione (oramai quasi sempre!), è importante essere certi che chi concorre a definire la graduatoria e sancire la decisione da prendere (progetti da realizzare o politiche pubbliche da implementare) sia titolato (perché residente, city user o membro dell’organizzazione) a farlo.
In un processo partecipativo la prima cosa che spesso si fa è quella di raccogliere idee da tutta la comunità per avviare il dibattito, creare aggregazione e iniziare a costruire delle proposte articolate a partire dagli spunti emersi.
In un processo partecipativo è importante dare spazio anche a proposte articolate che probabilmente sono già “maturate” all’interno della comunità o nella testa di qualche membro esperto, come risposta elaborata nel tempo a dei problemi esistenti.
Un processo partecipativo deve essere anche “deliberativo”, cioè deve stimolare una discussione ed una condivisione di opinioni ed expertise allo scopo di arricchire le idee e le proposte, renderle realmente rappresentative e ancora più utili ed efficaci per tutta la comunità
Raggiungere l’unanimità è impossibile in una comunità, piccola o grande che sia. Perciò il voto è uno dei momenti più importanti ma al tempo stesso delicati in un processo partecipativo: esso deve essere visto come il momento finale di un percorso collaborativo che deve comunque giungere ad una decisione e non come il momento iniziale che sancisce la vittoria di un gruppo o un’opinione rispetto ad un’altra. In quanto tale, deve essere tutelato da frodi ed organizzato in maniera equa e inclusiva.
L’utilizzo delle tecnologie software online è un modo per affrontare un problema molto sentito ma poco noto e cioè il physical divide, cioè la difficoltà delle persone ad incontrarsi fisicamente, per via della distanza, del tempo a disposizione e di infermità o restrizioni varie. Tuttavia, non va mai sottovalutato neanche il digital divide, cioè la difficoltà (fortunatamente sempre più bassa) per alcune persone di utilizzare gli strumenti tecnologici e navigare in rete. L’inclusività passa anche dalla creazione di processi partecipativi “ibridi” e di tecnologie capaci di supportare la partecipazione tanto online che offline.
Non esiste un modello unico di democrazia, seppur la tendenza sia quella di cercare instancabilmente quello più giusto e inclusivo! Per questo è importante dare ampio spazio alla sperimentazione e permettere alle comunità di provare, sbagliare e migliorare i propri processi partecipativi.
L’informazione è, infine, un altro aspetto essenziale di un processo partecipativo: conoscere le regole ed il funzionamento di un’organizzazione e dei suoi strumenti decisionali è essenziale per partecipare in maniera consapevole ed efficace!